Gratuito Patrocinio: come avere un avvocato gratis

Cos’è il gratuito patrocinio?

Attraverso l’Istituto del Gratuito Patrocinio, anche chi dispone di un basso reddito potrà tutelare pienamente i propri diritti. Lo Stato, infatti, provvederà ad erogare all’avvocato le spese di causa, senza ulteriori esborsi da parte di chi si trovi in particolari condizioni di disagio economico.

L’interessato può richiedere la nomina di un avvocato e la sua assistenza a spese dello Stato, al fine di essere rappresentato in giudizio sia per agire che per difendersi. Si tratta, dunque, di assistenza gratuita (Avvocato gratis, c.d. Libero Patrocinio) e, cioè, a spese dello stato.

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C’è un limite di reddito per ottenere il gratuito patrocinio?

Per essere ammessi al patrocinio a spese dello Stato (Gratuito Patrocinio – Avvocato Gratis – Libero Patrocinio) è necessario che il richiedente sia titolare di un reddito annuo imponibile, risultante dall’ultima dichiarazione, non superiore a 12.838,01 euro.

Se l’interessato convive con il coniuge o altri familiari, il reddito, ai fini della concessione del beneficio, è costituito dalla somma dei redditi di tutti i componenti la famigliaSolo nell’ambito penale il limite di reddito è elevato di euro 1.032,91 per ognuno dei familiari conviventi.

Anche recentemente la Cassazione ha ribadito che: “ai fini dell’ammissione al patrocinio a spese dello Stato, infatti, nel reddito complessivo dell’istante, ai sensi dell’art. 76 del d.P.R. 30 maggio 2002, n. 115, deve essere computato anche il reddito di qualunque persona che con lui conviva e contribuisca alla vita in comune” (Cassazione con la sentenza n. 46403/2021).

Si tiene conto del solo reddito personale quando sono oggetto della causa diritti della personalità, ovvero nei processi in cui gli interessi del richiedente sono in conflitto con quelli degli altri componenti il nucleo familiare con lui conviventi.

Il reddito di cittadinanza deve essere calcolato per avere il patrocinio gratuito?

Il reddito di cittadinanza si calcola nella determinazione delle soglie di ammissione alla difesa a spese dello Stato (Gratuito Patrocinio). Lo ha chiarito l’Agenzia delle Entrate con risposta all’interpello numero 956-2517/2020 del 27 gennaio 2021 su richiesta del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Isernia.

Ciò premesso, non può essere ammesso al beneficio del patrocinio a spese dello Stato il soggetto che, per effetto dell’erogazione di tali somme, supera il limite di reddito a tal fine previsto.

…in caso di separazione, in che misura?

Ai fini dell’ottenimento del beneficio del gratuito patrocinio (Patrocinio a spese dello Stato), il reddito di cittadinanza deve essere calcolato anche nelle cause di separazione perché il reddito può essere determinabile per ogni componente del nucleo familiare.

Per l’ammissione al gratuito patrocinio il reddito di cittadinanza deve essere calcolato perché, anche se trattasi di reddito esente dall’imposta IRPEF, è determinabile pro quota.

Recentemente, infatti, su richiesta di una contribuente (una donna che voleva separarsi dal marito, unico beneficiario del reddito), L’Agenzia delle Entrate ha specificato “…il reddito di cittadinanza è stato riconosciuto in favore del nucleo familiare di cui fa parte anche l’Istante che dichiara di “beneficiare” del predetto reddito attraverso la carta intestata al coniuge. Pertanto, ai fini della ammissione al patrocinio gratuito, nella determinazione del reddito personale andrebbe
considerato anche il predetto reddito per la quota del 50 per cento
, nel presupposto che nel nucleo familiare, oltre ai due coniugi, non ci siano altri componenti maggiorenni…
” (Risposta n. 31/2022).

Le vittime di maltrattamenti e stalking possono avere sempre il patrocinio gratuito?

SI

La vittima dei reati di maltrattamenti in famiglia, mutilazione di organi genitali femminili, violenza sessuale, atti sessuali con minorenne, violenza sessuale di gruppo e atti persecutori (stalking) è ammessa ex lege al patrocinio a spese dello stato (Gratuito Patrocinio), senza necessità di verifica del reddito: il giudice ha infatti il dovere di accogliere la domanda di fruizione del beneficio, posto che la finalità della norma in questione appare essere quella di assicurare alle vittime di quei reati un accesso alla giustizia favorito dalla gratuità dell’assistenza legale e, dunque, a prescindere dal reddito (Corte di Cassazione, sez. IV Penale, sentenza 15 febbraio – 20 marzo 2017, n. 13497). Tale previsione legislativa è stata introdotta con la finalità d’incentivare le denunce e far emergere la verità.

Occorre la certificazione ISEE per ottenere il Gratuito Patrocinio?

Ai fini dell’ammissione al patrocinio a spese dello Stato, occorre idonea documentazione che comprovi il reddito imponibile, come ad esempio: il modello 730, il modello unico, la certificazione unica (CUD) o altro per chi percepisce solamente la pensione o la disoccupazione.

L’Isee, al contrario, è quel documento che fotografa la situazione economica di un intero nucleo familiare, cioè di una famiglia così come risulta composta all’anagrafe. Ciò accade perché il calcolo dell’Isee non è effettuato soltanto sulla base dei redditi percepiti, ma tiene conto anche del patrimonio mobiliare e immobiliare posseduto.

L’Isee serve per ottenere alcune agevolazioni: reddito di cittadinanza, bonus bebè, bonus luce e gas, ecc.

Ai fini della determinazione del reddito per l’ammissione al gratuito patrocinio, non rileva il reddito Isee (anche se è opportuno presentare anche tale documento unitamente a quelli già indicati relativi ai redditi da lavoro).

Per maggiori informazioni, consulta l’articolo dedicato all’argomento.

Che differenza c’è tra il gratuito patrocinio e la difesa d’ufficio?

Il difensore d’ufficio è garantito a ciascun soggetto, a prescindere dal suo reddito, che non abbia provveduto a nominare un proprio difensore di fiducia o ne sia rimasto privo. Il difensore d’ufficio è nominato dal giudice o dal pubblico ministero sulla base di un elenco di difensori predisposto dal consiglio dell’ordine forense. Le spese della difesa di ufficio sono a carico dell’imputato salvo che sussistano i requisiti per l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato.
Inoltre la difesa d’ufficio viene riconosciuta nei procedimenti penali mentre in quelli civili è riconosciuta solo nei procedimenti davanti al tribunale dei minorenni.

In quali cause posso richiedere il gratuito patrocinio?

Nel processo penale l’interessato può chiedere di essere ammesso al gratuito patrocinio quando sia indagato, imputato condannato, o anche sia persona offesa da reato, danneggiato che intenda costituirsi parte civile, responsabile civile o civilmente obbligato per la pena pecuniaria; Analogamente si può essere ammessi al gratuito patrocinio per i giudizi civili, amministrativi, contabili, tributari e nelle cause di volontaria giurisdizione (es: separazione consensuale, divorzio su domanda congiunta, modifica delle condizioni di separazione ecc) purchè non si tratti di questioni manifestamente infondate.

Cosa succede se presento la domanda di ammissione ma non ho i requisiti?

La domanda viene semplicemente respinta. Nel caso in cui nel corso del giudizio colui che è stato già ammesso al gratuito patrocinio superasse il limite di reddito imposto dalla legge, il beneficio del gratuito patrocinio può essere revocato (in questi casi, il richiedente sarà tenuto al pagamento dell’onorario all’Avvocato per l’attività professionale già espletata).

Se sono stato ammesso ma le mie condizioni di reddito sono cambiate?

Può succedere che chi è stato ammesso al gratuito patrocinio in un determinato periodo, avendone i requisiti, modifichi la propria situazione reddituale (ed esempio una persona disoccupata che trova lavoro) superando il limite di reddito consentito per l’ammissione. In tal caso il richiedente, che è tenuto a comunicare le variazioni di reddito entro 30 giorni dalla ricorrenza annuale della presentazione della domanda o della comunicazione della precedente variazione, perde il diritto ad usufruire del gratuito patrocinio.

Cosa succede se nella domanda di ammissione al patrocinio si dichiara il falso?

Le persone ammesse al patrocinio possono essere sottoposte al controllo della guardia di finanza.

Le dichiarazioni false od omissive e la mancata comunicazione degli aumenti di reddito sono punite con la pena della reclusione in carcere e con la multa da 309,87 a 1.549,37 euro, oltre al pagamento di tutte le somme corrisposte dallo Stato.